Packaging per etichette RFID UHF in fanfold

dal problema di stampa a un flusso di lavoro fluido

DUn packaging dedicato alle etichette RFID UHF in fanfold non ha solo il compito di proteggere il tag, ma anche di mantenerne la pila compatta, facilitare il caricamento in stampante e ridurre al minimo inceppamenti, scarti e interventi manuali. Ripensare il confezionamento in funzione del processo di stampa significa trasformare un supporto potenzialmente critico in uno strumento di lavoro affidabile, ordinato e più semplice da gestire per l’operatore.

Nel mondo dell’identificazione automatica, un’etichetta RFID UHF è un componente tecnologico che abilita tracciabilità, controllo dell’inventario, automazione dei processi e anche funzioni di sicurezza e anticontraffazione. Proprio per questo, non basta progettare bene il tag: è fondamentale che anche il formato e il packaging delle etichette siano coerenti con il modo in cui il cliente le utilizza.

Nel caso specifico che andiamo ad analizzare parliamo di etichette RFID UHF destinate alla stampa, fornite in formato fanfold, ossia impilate “a zig-zag”. In teoria il formato in rotolo sarebbe la soluzione ideale per la stampa, perché garantisce un avanzamento continuo del supporto e un caricamento molto intuitivo in stampante. In questo progetto, però, le etichette hanno dimensioni importanti: trasformarle in rotolo significherebbe ottenere bobine eccessivamente ingombranti, difficili da maneggiare, da stoccare e da spedire. Il fanfold diventa quindi la scelta più sensata, a patto che sia abbinato a un packaging studiato appositamente per mantenerlo ordinato e facilmente gestibile in fase di stampa.

Con il primo sistema di confezionamento adottato sono emerse criticità significative. Le etichette tendevano a spostarsi all’interno della confezione, la pila non rimaneva compatta e allineata e, una volta aperto l’imballo, il cliente si trovava spesso di fronte a un blocco “scomposto”, da rimettere in ordine manualmente prima di poterlo utilizzare. Questo disallineamento si traduceva anche in maggiori difficoltà in fase di stampa: bastava che il fanfold fosse leggermente fuori squadra perché entrasse storto nel percorso carta, aumentando il rischio di inceppamenti, errori di stampa e, nei casi più estremi, perfino di danni meccanici alla stampante. Il tutto si traduceva in un evidente spreco di tempo per l’operatore, un aumento degli scarti e la percezione di un supporto poco pratico e complesso da gestire.

Da queste osservazioni è nata la riprogettazione del packaging, con l’obiettivo di mantenere le etichette fanfold perfettamente in ordine e renderle più semplici da inserire nella stampante. Il nuovo formato di confezionamento è stato studiato per bloccare i movimenti della pila e mantenerla compatta e allineata. In questo modo le etichette restano in ordine e l’intero blocco può essere prelevato e caricato in stampante in modo molto più intuitivo.

Dal punto di vista del cliente finale, il cambio è immediatamente percepibile: le etichette arrivano alla stampa in condizioni migliori, sia esteticamente sia dal punto di vista funzionale.

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Le immagini dei due packaging rendono visivamente questo miglioramento. Nella situazione iniziale si vede come il fanfold tenda a scomporsi e come le etichette possano presentarsi piegate o rovinate, con un effetto negativo sia sulla percezione del prodotto sia sull’affidabilità del processo di stampa. Nel nuovo scenario, invece, la pila appare compatta, ordinata e protetta: le etichette sono facili da maneggiare e semplici da posizionare in stampante.

In definitiva, questo progetto mostra come un intervento mirato sul packaging possa fare la differenza. Non cambia il tag, cambia il modo in cui viene presentato e gestito: Il che si tramuta in processi più fluidi, meno imprevisti e una tecnologia che soddisfa il cliente in tutte le sue necessità.

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